Quando un’organizzazione inizia un percorso di digital transformation si rende conto aver bisogno di set di competenze diverse da quelle tradizionali, per soddisfare le esigenze del cambiamento tecnologico.
La trasformazione digitale implica molto di più dell’introduzione di nuove tecnologie. È un modo di lavorare completamente diverso, che richiede agli amministratori delegati, ai dirigenti, ai reparti IT e persino ai dipendenti entry-level una diversa mentalità. Si tratta di cambiare il modo in cui adattare le operazioni e le abitudini di ognuno alle nuove tecnologie, piuttosto che semplicemente adottarle.
La tecnologia è la conditio sine qua non per l’adozione del digital e l’introduzione di modelli di lavoro smart all’interno delle organizzazioni. L’elemento umano è fondamentale in tutti le fasi: sia per la trasformazione in quanto tale (collaborazione, ecosistemi, abilità, cultura, empowerment ecc.), sia per gli obiettivi della digital transformation. Dal momento che le persone non vogliono il “digitale” per tutto e attribuiscono valore alle interazioni umane e alle relazioni, ci sarà sempre un elemento “offline”, a seconda del contesto in cui ci si trova.
La trasformazione digitale è un viaggio con molteplici obiettivi connessi con i quali bisogna intermediare, puntando ad un’ottimizzazione continua tra processi, divisioni e l’ecosistema aziendale di un’era iper-connessa, nella quale bisogna costruire le giuste connessioni tra front-end e backoffice, dati da elaborare e decisioni da prendere, le persone, i team, le tecnologie, i vari attori negli ecosistemi, ecc. Solo in questo modo, “costruendo ponti” e non perdendosi per strada nessuno, si può avere successo nel percorso di digital transformation.